martedì 20 maggio 2008

TEMA 2 DEL 12 APRILE 2008

La duplice realtà di cui siamo costituiti è composta da una realtà misurabile e modificabile, ovvero il corpo e una permanente non quantificabile, ossia lo spirito.
Questa distinzione emerge in due testi che abbiamo letto quest'anno: IL CAVALIERE INESISTENTE di Italo Calvino e LA METAMORFOSI di Franz Kafka.
Il primo romanzo che ho citato racconta la storia di un cavaliere medievale di nome Agilulfo che però è "incorporeo": la sua armatura è vuota eppure lui c'è, pensa e agisce con la sola forza di volontà.
Il corpo infatti non è altro che il punto d'incontro tra realtà spirituale e realtà circostante: senza il corpo che fa da intermezzo, lo spirito non potrebbe scoprire la realtà, arricchendosi di esperienze e incontri, e viceversa tutta la realtà circostante sarebbe creata invano, se non ci fosse il corpo che permette allo spirito di gustarla e apprezzarla.
Ad esempio, se io mi trovassi davanti a un paesaggio marino, sulla spiaggia, al tramonto, non potrei apprezzarlo se non avessi gli occhi per guardare il riflesso del sole sul mare, il naso per respirare il profumo di salsedine o i piedi per sentire la sabbia tra le dita, e quindi se nessuno potesse apprezzare la bellezza di quel paesaggio, quel paesaggio esisterebbe invano.
Nel caso di Agilulfo l'armatura è lo strumento grazie al quale lo spirito scopre il mondo e interagisce con la realtà;
certo, il corpo può invecchiare, indebolirsi o rovinarsi, ma lo spirito rimane sempre intatto e immutato.
Il secondo romanzo che ho citato, la metamorfosi, spiega bene questo concetto: è la storia di un uomo di nome Gregor che una mattina si ritrova trasformato in un grosso insetto, e i suoi familiari iniziano a trascurarlo, eccetto la sorella che continua a portargli da mangiare, (ma poi anche lei smette di accudirlo perchè vede solo una bestia e non più il fratello Gregor).
Quando Gregor muore di stenti, la famiglia va a fare una gita non curandosi del fatto che avevano perso un figlio.
Questo testo mostra come la realtà materiale sia modificabile e soggetta a cambiamenti e come invece quella spirituale rimanga sempre immutata, perchè malgrado la trasformazione lo spirito di Gregor non cambia, infatti sia prima che dopo la metamorfosi ama la musica.
"Gregor era davvero bestia a tal punto se la musica lo affascinava ancora così tanto?"
In questa frase emerge la netta divisione tra corpo e spirito: malgrado la trasformazione Gregor non è cambiato perchè gli piace ancora la musica e questo dimostra che lo spirito può vivere esperienze ed arricchirsi di incontri grazie al corpo e acquisire un carattere che nulla può eliminare.
Le vere bestie del racconto sono i familiari che non considerano più Gregor come uno di loro ma solo come un insetto che ha preso il posto del loro figlio:
Concludendo posso solo dire che questa duplice realtà la possiamo scoprire solo agendo, mettendoci in azione e impegnandoci con la vita, con ogni aspetto della vita, perchè solo impegnandoci in ogni aspetto della vita come derivazione da un impegno globale con la vita stessa possiamo davvero scoprire noi stessi, il nostro spirito, coi nostri pregi e i nostri difetti, coi nostri limiti e potenzialità.

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